Racconti di viaggio

Quando l’uomo fa la differenza.

Il viaggiatore in un paese straniero è come un ambasciatore dello stato cui appartiene. Ha quindi la responsabilità di rappresentare la sua patria nel territorio in cui approda e vaga. Il significato di ciò che ho appena dichiarato è, in poche parole, il seguente. Se un italiano, e questo comunque vale per tutte le nazionalità, viaggiando si comporta bene in un determinato luogo o posto la popolazione locale, con la quale verrà a contatto, si farà un’opinione su di lui come singolo. Per naturale associazione di idee, riporterà nella sua memoria la stessa opinione sull’Italia, luogo d’origine del turista invasore. Questa opinione influenzerà la popolazione ad assumere un atteggiamento positivo o negativo nei confronti dei futuri turisti di quella nazione.

Entriamo nel particolare della storia che vi voglio raccontare che comprende due vicende di cui sono stato testimone. Mi sono reso conto, viaggiando in America Latina, che gli statunitensi non sono proprio benvoluti. I popoli sud e centro-americani considerano i cugini nordisti alla stregua di un vicino di casa ricco ed invadente e la gente non nasconde quest’antipatia verso il gringo.

CENNI STORICI

Gringo deriva dall’inglese e sta ad indicare l’uomo non di lingua spagnola e di pelle chiara. Questo termine deve la sua nascita alla popolazione messicana. Durante l’invasione dei soldati nord americani volendo mandarli a casa, i messicani presero ad inneggiare contro di loro in un inglese un po’ ortodosso e la seguente frase – Green go home -. Chiaro riferimento alle divise verde militare dei soldati. Sulle bocche dei campesinos messicani la frase si è trasformata diventando un’unica parola: – Gringo -.

Nei miei viaggi ho conosciuto diversi nord americani e la maggior parte me li sono dimenticati dopo pochi giorni. Tuttavia ricordo perfettamente i protagonisti di queste due storie che sto per raccontarvi. Potrete così rendervi conto di come i comportamenti dei vari protagonisti hanno interagito con la popolazione locale di una piccola isola dei caraibi in maniera completamente differente lasciando un diverso ricordo del loro passaggio.

Quando si hanno due notizie una buona e una cattiva, solitamente si preferisce sentire prima quella cattiva ed è proprio da questa che comincerò.

Old ProvidenceOld Providence isla colombia

All’epoca dei fatti, si parla sempre di parecchi anni fa, mi trovavo a passare un periodo di pura vacanza marina in un’isola dei Caraibi, Old Providence o Vecchia Provvidenza. Per la cronaca Providence è una piccola isola montagnosa circondata da un mare magnifico e da una grande barriera corallina.

Racconti di viaggio

In quest’isola convivono da parecchi anni persone di razze e culture diverse. Europei, americani, sud americani, persino qualche australiano hanno trovato dimora in questa sperduta isola caraibica. La popolazione di 5000 anime è comunque al 90% di razza africana. Uomini e donne discendenti dagli schiavi importati nel 1635 principalmente per le coltivazioni di cotone e tabacco, cocco e canna da zucchero. Praticano per la maggior parte la religione Bautista. In un’isola così piccola, a parte nuotare, pescare, prendere il sole o bere birra sulla spiaggia davanti a Rolando Bar, non c’è molto da fare. Un bel pomeriggio assolato me ne stavo sotto l’ombra delle palme a bere con alcuni amici del posto discorrendo del più e del meno. Tutti giovani pescatori, ragazzi forti e fieri delle loro tradizioni e profondamente legati alla loro terra.

LO SBARCO

Ricordo che ascoltavo musica reggae e le loro storie di mare e di pesca. Si fumava, si beveva e si mangiava con gusto cocco fresco. Era proprio un bel pomeriggio di una giornata afosa. All’improvviso sentimmo il motore di un piccolo fuoribordo e vedemmo avvicinarsi alla spiaggia un tenderino, piccolo gommone di solito usato da chi viaggia in barca a vela. Due uomini, di un’età compresa tra i 20 e i 30 anni, sbarcarono e sino a qui niente di strano. Ormeggiata la loro piccola imbarcazione, si misero ad armeggiare con strani strumenti che si erano portati appresso. Distrattamente li osservammo continuando a sorseggiare birra. D’un tratto però il nostro interesse fu completamente focalizzato dai due nuovi arrivati. Imbracciati due metal detector portatili, si erano messi a setacciare palmo per palmo la spiaggia. Qui devo fare una piccola parentesi per spiegarvi che quest’isola è tuttora famosa perché è stata per un lungo periodo di tempo il rifugio di Morgan il bucaniere.

Mappa Old Providence

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A dimostrarlo ci sono ancora le vecchie postazioni armate di cannoni ed altri manufatti ben conservati dell’epoca in cui Morgan scorrazzava per i mari.

Cannoni di Morgan a Santa Catalina – Old Providence

cannoni di morgan - old providenceRacconti di viaggio

Si raccontano tante storie su tesori da lui sepolti, su nascondigli segreti ecc… I ragazzini del luogo sognano di trovare, un giorno, una cassa d’oro e d’argento. Le madri raccontano storie di corsari e pirati ai loro bambini prima di metterli a dormire, racconti di viaggio in terre perdute che affascinano i piccoli ascoltatori.

Tornando alla nostra storia, questi due turisti invasori, senza chiedere permesso ai veri padroni della spiaggia, cercavano, con tutta probabilità, proprio il famoso tesoro. Fatto sta che l’umore dei miei amici cambiò nel giro di pochi secondi e devo dire che ne rimasi impressionato.

Vero è che il mare non ha padroni. Tantomeno il bagno asciuga. Le spiagge sono di tutti di certo, ma quello che infastidì tutti i presenti fu lo spirito da predoni di questi due ragazzi in netto contrasto con la filosofia di vita che hanno di solito tutti quelli che viaggiano in barca a vela. Generalmente infatti, i velisti hanno un profondo rispetto per la natura, per il mare e per le diverse culture e mentalità che incontrano nel loro girovagare. Non quei due. I malcapitati si trovarono improvvisamente circondati dai miei amici nativi che li fissavano senza nulla proferire con sguardi torvi e accusatori.

L’INTERMEDIARIO

A questo punto, essendo parte di quel gruppo ed essendo anche il più anziano oltre che unico bianco come i due incauti Indiana Jones, mi sono sentito d’intervenire. Non tanto per difendere i due sprovveduti che per la loro arroganza forse si meritavano una lezioncina di vita, quanto per dar loro almeno la possibilità di spiegare ciò che stavano facendo con tanta disinvoltura. Intrapresi con loro una conversazione in un inglese effettivamente leggermente stentato da parte mia. Conversazione seguita attentamente dai miei amici che l’inglese lo parlavano tutti perfettamente proprio a causa delle loro origini. Di origine statunitense, i due turisti venuti dal mare spiegarono che, con i loro strani strumenti, cercavano cose preziose. Il tutto non per motivi di studio o culturali bensì per interesse personale unito a spirito d’avventura. Gli animi dei miei scuri compagni si stavano surriscaldando. Già immaginavo la bella sabbia caraibica macchiata di rosso sangue gringo. Poi, colto da un barlume di pietà per i due incoscienti, rivolsi loro una domanda che li fece riflettere.

LA FUGA

Li riportò coi piedi per terra o meglio, sul gommone. S’allontanarono a tutta velocità dirigendo la piccola imbarcazione verso l’orizzonte. Scapparono come due mammolette, accompagnati dagli insulti degli infuriati discendenti dei mandinghi, i miei amici! Sapete quale fu la domanda che mise in fuga i due americani? Chiesi loro nel mio stentato inglese ripetendolo poi in perfetto spagnolo: – Se poi, per puro caso, trovate qualcosa di prezioso, cosa vi fa pensare che ve lo lascino portare via? – Indicai la ciurma incarognita attorno a noi, ricevendo in cambio da loro una serie di ghigni malefici che già pregustavano la vendetta con un bel pestaggio.

Mentre si allontanavano notai che entrambi indossavano una maglietta di color verde. Questo mi fece sorridere ricordandomi che anche gli americani scacciati dai messicani durante la rivoluzione vestivano un’uniforme verde e che la parola Gringo deriva proprio da – Green go home – che i messicani gridavano agli invasori americani intimandoli di uscire dalle loro terre.

LE BEFFE

Mi unii al coro e vi assicuro che, se foste stati presenti, tra i vari insulti in lingua inglese e spagnola, tra quel grido slogan messicano, un classico e perfetto insulto italiano lo avreste sentito.

Per concludere, questi due americani non hanno fatto una buona pubblicità alla loro patria.

Il secondo dei racconti di viaggio di cui vi accennavo qui sopra ha per protagonisti altri due statunitensi. Al contrario dei loro due connazionali cercatori di tesori altrui, loro lasceranno di loro e della loro nazione un ricordo del tutto diverso. Ma questa è un’altra storia che rimando al nostro prossimo incontro con racconti di viaggio. Nel prossimo post dedicato troverete questo secondo racconto che sarebbe poi la notizia buona. Vi rammento: prima notizia cattiva, seconda notizia buona.

*Gringo: deriva dall’inglese e sta ad indicare l’uomo non di lingua spagnola e di pelle chiara. Deve la sua nascita alla popolazione messicana che durante l’invasione dei soldati nord americani con le loro belle divise verdi, volendo mandarli a casa, presero ad inneggiare contro di loro in un inglese un po’ ortodosso e, la frase – Green go home -, si è trasformata nelle loro bocche diventando un’unica parola: – Gringo -.

Con questo è tutto anche per oggi, alla prossima con: Racconti di Viaggio.

Mario

Ragazzi e ragazze il nostro Mario ci ha lasciato oggi con alcune riflessioni da fare. Per sdrammatizare il tutto, vi propongo di sfogliare il catalogo online di La Mamita, ovviamente, dove vi segnalo alcuni capi di abbigliamento da non perdere assolutamente!

PER LEI      

PER LUI      

Ecco fatto, buona giornata a tutti quanti!

La vostra Fatane

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